Tonno al mercurio: l’allarme sanitario che nessuno affronta
Mai così tanto mercurio nel tonno: la situazione peggiora.
Test rivelano livelli record in tutte le scatolette. È allarme in Europa.
10 Novembre 2024
È ufficiale: la contaminazione da mercurio nel tonno è fuori controllo. Non stiamo più parlando di tracce o di livelli ‘accettabili’. Ogni scatoletta nei supermercati europei contiene quantità di questo metallo tossico che dovrebbero far scattare un allarme immediato. Invece, il silenzio delle istituzioni è assordante: come e perché siamo arrivati a questa situazione?
Un’emergenza senza precedenti
I dati sono allarmanti. In Italia, dove (sebbene in leggera
diminuzione rispetto al passato) il consumo di tonno in scatola tocca
i 2,5 kg pro capite all’anno, la situazione è particolarmente
critica. Le associazioni BLOOM e Foodwatch hanno
condotto test su larga scala che non lasciano spazio a interpretazioni: non
esiste una singola scatoletta di tonno nei supermercati europei priva di
mercurio.
Il fenomeno è noto, ha una spiegazione scientifica precisa.
Il tonno, essendo un predatore marino al vertice della catena alimentare,
accumula il mercurio presente negli organismi di cui si nutre. Un processo noto
come bioaccumulo che però, con l’inquinamento crescente degli
oceani, ha raggiunto livelli critici.
Tonno al mercurio, rischi concreti e silenzi istituzionali
L’Organizzazione Mondiale della Sanità è
categorica: il mercurio è tra
le sostanze chimiche più pericolose per la salute umana. Anche a
basse dosi può causare danni neurologici irreversibili, particolarmente
nei bambini e nei feti. In Italia, dove il tonno in scatola è presente
nel 94% delle dispense familiari, il rischio di esposizione cronica è
particolarmente elevato.
E qui accade l’inspiegabile: nonostante l’evidenza
scientifica, le autorità mantengono un silenzio preoccupante. I limiti
di tolleranza attuali, secondo quasi tutte le associazioni dei
consumatori, sono inadeguati e spesso non vengono nemmeno rispettati. Una
situazione che si è aggravata per la mancanza di controlli sistematici e
trasparenti.
Tonno al mercurio, un problema così impellente che nessuno lo
affronta.
La lotta per il cambiamento
Le organizzazioni per la tutela dei consumatori chiedono
interventi immediati: ritiro dal mercato delle scatolette più contaminate,
revisione dei limiti di tolleranza e controlli più stringenti. Le grandi
catene di distribuzione continuano a ignorare l’allarme. Di fronte
all’inerzia delle istituzioni, i consumatori stanno iniziando a reagire.
In Francia, fioccano richiami e petizioni (una ha raggiunto già
oltre 40.000 firme). In Italia, dove il tonno in scatola rappresenta un
mercato da oltre 1,3 miliardi di euro, si registrano solo ora i primi segnali
seri di preoccupazione. Quando si darà il giusto spazio alla questione?
Tonno al mercurio, ci sono soluzioni sostenibili?
Gli esperti suggeriscono di diversificare le fonti di
proteine marine, privilegiando pesci più piccoli con minore accumulo
di mercurio. Ma il problema di fondo resta: l’inquinamento
degli oceani è cresciuto troppo e con esso i livelli di mercurio
nella catena alimentare marina. Questa emergenza non è improvvisa: gli
avvertimenti esistevano da anni. Ma l’intreccio di interessi economici
e la riluttanza a affrontare il problema hanno portato a una situazione
che ora appare fuori controllo. La domanda non è più se intervenire, ma
quando e come farlo prima che sia troppo tardi.
“È un problema di salute pubblica maggiore che non può più
essere ignorato”, affermano gli esperti di Foodwatch. “Ogni giorno
di ritardo nell’affrontare questa emergenza mette a rischio la salute di
milioni di consumatori, specialmente delle categorie più vulnerabili.”
E noi? Facciamo ancora i pesci in barile (o in scatola)?
Gianluca Riccio, direttore creativo di Melancia adv, copywriter e
giornalista. Fa parte di Italian Institute for the Future, World Future Society
e H+. Dal 2006 dirige Futuroprossimo.it , la risorsa italiana di Futurologia. È
partner di Forwardto - Studi e competenze per scenari futuri.
Commenti