DIFENDIAMOCI DAI PFAS
UNA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE NELLE SCUOLE DEL VENETO
A
dicembre 2023 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC)
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha completato le
valutazioni circa la cancerogenicità di due molecole appartenenti al
gruppo dei PFAS (sostanze poli- e perfluoroalchiliche): l’acido
perfluoroottanoico (PFOA) e l’acido perfluoroottanosolfonico (PFOS).
Dopo
aver esaminato attentamente l’ampia letteratura scientifica, il gruppo di
lavoro, composto da 30 esperti internazionali provenienti da 11 Paesi, ha
classificato il PFOA come «cancerogeno per l’uomo» (Gruppo 1) e il PFOS
come «possibile cancerogeno per l’uomo» (Gruppo 2B).
PFOA
e PFOS sono sostanze chimiche utilizzate sin dagli anni 40 del secolo scorso.
Nonostante il loro uso sia vietato in tutto il mondo da alcuni anni (le due
sostanze sono regolamentate nell’ambito della Convenzione di Stoccolma), si
ritrovano ancora oggi ovunque nell’ambiente, anche nelle aree più
remote. Sono state trovate anche in un’ampia gamma di prodotti di uso
comune, come imballaggi alimentari, tappeti, materiali da costruzione,
cosmetici, pentole, capi impermeabili e schiume antincendio. Le due molecole
sono state rinvenute anche nell’acqua potabile di numerosi comuni, in
Veneto, Piemonte e Lombardia come hanno evidenziato, tra le altre note
anche quelle recenti di Greenpeace. Tal sostanze sono state reperite anche
in molti alimenti, soprattutto quelli provenienti dalle aree inquinate.
I
PFAS sono definiti inquinanti eterni a causa della loro persistenza: una volta
immessi in ambiente non vengono degradati se non su scala temporale
estremamente lunga, dando luogo a un’esposizione e accumulo irreversibili.
Infatti, con le tecniche oggi disponibili è molto difficile ed
estremamente costoso rimuovere i PFAS presenti in natura. Anche per queste
ragioni, nonostante i divieti in vigore da alcuni anni, PFOS e PFOA si
ritrovano abbondantemente un po’ ovunque ancora oggi.
PFOA
e PFOS sono solo due delle oltre 10mila molecole che appartengono
all’ampio gruppo dei PFAS. Oggi, in assenza di divieti, migliaia di
sostanze, vengono usate e sversate impunemente nell’ambiente contaminando
aria, acqua, cibo e i nostri corpi. Nonostante da anni la comunità
scientifica internazionale abbia prodotto numerose prove circa la pericolosità
di PFOA e PFOS per la nostra salute, abbiamo dovuto aspettare fino al 2023
perché si arrivasse a fugare ogni dubbio con la recente valutazione della IARC. Anche
per altre decine di PFAS ci sono già numerose evidenze che mostrano come si
accumulano nei nostri corpi, riducono la risposta immunitaria ai vaccini,
aumentano i livelli di colesterolo nel sangue e degli enzimi del fegato sono
responsabili di gravi danni alle donne in gravidanza, poliabortività e
danneggiamento grave dell’embrione e del feto. Quanto ancora dovremo aspettare
per avere regole rigorose e cautelative per salute e ambiente?
Purtroppo
fino ad ora la politica è stata assente mentre le grandi lobby hanno buon
gioco per opporsi al bando dei PFAS. Molte sono le iniziative
internazionali per escluderle dalla produzione e dal commercio ma i risultati di tali rischiste , fino ad ora,
sono stati modesti e quasi inesistenti.
Per
tale motivo, pur continuando la campagna per il bando internazionale dei PFAS,
con un gruppo di esperti si sta preparando il lancio di una legge di
iniziativa popolare affinché in ogni prodotto sia segnalata da parte del
produttore in una ETICHETTA BEN VISIBILE, LA PRESENZA O MENO DI PFAS. Tale
informazione permetterà ad ognuno di scartare prodotti inquinati. Ad esempio, si sa che nel 70% dei
pesticidi sono presenti PFAS per renderli
più performanti. Tuttavia spruzzare PFAS su ortaggi, frutta e altro
danneggia la salute di milioni di persone. Se le istituzioni
internazionali, il Governo o la Regione non provvedono a bandire i PFAS avremo
comunque una legge sulle etichette che ci permetterà di orientarci negli
acquisti. Abbiamo il diritto di sapere cosa mangiamo!
Da
anni ci incontriamo con migliaia di studenti nelle scuole del Veneto per
mettere a punto, insieme a loro delle pratiche difensive nella lotta contro la
contaminazione da PFAS.
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